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Droni: cosa sono e le parole da conoscere

La diffusione dei droni ha conosciuto negli ultimi anni un incremento esponenziale, dato il grande sviluppo tecnologico e la conseguente diminuzione dei costi di acquisto. Ma qual è il significato di drone e quali sono le sue reali origini? La dicitura corretta per i cosiddetti “droni” in realtà è Aeromobili a Pilotaggio Remoto, o più brevemente APR. I droni sono dei velivoli caratterizzati dall’assenza dei piloti umani a bordo, e che quindi sono controllati a distanza tramite un computer installato all’interno di esso. Le origini di questi straordinari velivoli vanno ricercate sicuramente nel settore militare. Già dopo la Prima Guerra Mondiale, infatti, gli eserciti più all’avanguardia si dotarono di velivoli senza pilota che fungevano da bersagli nelle esercitazioni. Grazie agli studi del celebre Reginald Denny, pilota e poi attore britannico, si iniziò a considerare l’utilizzo dei droni per le vere e proprie operazioni militari. Nell’ambito bellico, infatti, è di primaria importanza la ricerca di strumenti in grado di attaccare il nemico senza subire i rischi di essere colpiti da essi. Già dalla Seconda Guerra Mondiale, quindi, si verificò un aumento ingente della produzione di tali velivoli soprattutto nell’esercito americano, che aveva positivamente accolto la richiesta di Denny. A questo proposito, l’etimologia del nome ha il significato di fuco, il maschio dell’ape. Data la somiglianza strutturale ed una certa contiguità nelle funzioni svolte, ecco che il termine drone è passato ad indicare, almeno in Italiano, questo genere di velivoli. Con l’inizio della guerra fredda, l’utilizzo dei droni si ampliò e gli studi si fecero più intensi, fino a quando non fu inventato il velivolo UAV, ovvero il primo velivolo da ricognizione a pilotaggio remoto, cha ha segnato una vera e propria svolta nella tecnologia militare. Parallelamente, in ambito civile, dagni anni Duemila i droni si sono diffusi come strumento di controllo e prevenzione della criminalità, così come in operazioni di soccorso, rilevamento ambientale e nell’ambito delle comunicazioni.

Con il perfezionamento e lo sviluppo di sistemi sempre più precisi di controllo, è venuto alla luce un vero e proprio glossario di termini relativi ai droni. Non basta, infatti, conoscere il significato di drone per essere in grado di averne uno: occorre sicuramente avere familiarità con il linguaggio e con i sistemi di controllo. Come suggerisce il sito ABCdroni.it, non è difficile avere dimestichezza con il linguaggio dei droni, ma bisogna conoscere almeno gli acronimi fondamentali e le abbreviazioni più intuitive. Ecco, dunque, che ALT sta ad indicare l’altitudine, mentre FC non è altro che il controller con cui si pilota il drone. Altri due acronimi importanti sono FOV e FPV; FOV indica in gradi la misura dell’ambiente che può essere osservato da un obiettivo fotografico, in questo caso quello che si può vedere con la telecamera installata a bordo del velivolo. FPV è la telecamera stessa, che viene generalmente collegata ad una rete wireless per offrire al pilota una visione in diretta streaming del territorio. Un’altra espressione che è utile conoscere è RTH (Return to Home): è la funzione che consente di far tornare automaticamente il drone al punto di decollo in maniera automatica.

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